Miomare e la "maledizione delle tre Diane"
Inviato: mar gen 12, 2021 5:51 pm
Qualche annetto fa mi capitò di mettere le mani su una Diana 75, un vero gioiellino di meccanica, oltretutto tenuta dal vecchio proprietario, come un vero oracolo.
Ero ancora parte di Lupi Airguns, così la portai al TAV di Isola Farnese, dove sparavamo, per provarla e decidere cosa farci.
Tirava fuori 6,5 joule scarsi anche se a 25 metri era un vero laser.
Durante le prove il primo inconveniente. Caricandola poggiai la mano sulla finestra di carica (quella che si apre per inserire il pallino nella canna) e non so come successe, mentre la leva era ancora aperta, inavvertitamente il grilletto urtò su qualcosa, la leva partì violentemente in avanti, la finestra di carica si chiuse di scatto portandosi via un pezzo di ciccia, delle dimensioni di una moneta da due euro, dal mio palmo sinistro.
Ci vollero tre mesi e tutte le attenzioni possibili prima che la ferita si rimarginasse del tutto. Questo, tuttavia, non mi distolse affatto dal dedicare tutte le attenzioni possibili al mio (catalogato come pericoloso) giocattolo.
Comprai delle nuove molle con l’intenzione di sostituirle soltanto per scoprire che la meccanica della 75 era molto più complessa ed imperscrutabile di quella di un’astronave aliena.
Decisi così di consegnarla ad un ...”esperto Toscano” il quale mi assicurò che l’avrebbe sistemata in meno di un paio di giorni.
Dopo circa UN ANNO Il famigerato “Toscano”, passa per Roma e mi riporta la vecchia signora, questa volta al TAV Nomentano (nel frattempo avevamo messo in piedi, già da qualche primavera, la sede romana di BRAC Italia)
Arriva, mi consegna la carabina nel fodero e scappa via in tutta fretta per impegni improcrastinabili. Io la tiro fuori dal fodero, pieno di aspettative, soltanto per scoprire che è completamente ....bloccata!!
Direte.. “errare è umano, perseverare è diabolico” ed ovviamente io scelsi la seconda opzione.
Tornai dal “Toscano”, gliela consegnai nuovamente e rimasi in attesa di riaverla indietro.
Il concetto di tempo resta sempre molto vago, almeno per certi individui, così trascorsi ulteriori ... “TRE ANNI E MEZZO”, riuscii a ritornare in possesso della mia amata berta. Ahimè, in tre buste separate e, tra i pezzi che la costituivano originariamente, ne mancavano diversi.
Ma desistere ...mai!! Così, ore ed ore su internet alla loro ricerca... In ultimo, tutti recuperati tranne uno, essenziale per farla rifunzionare ma ormai fuori catalogo e irreperibile.
Penserete...“deluso, avrai preso le tre buste e le avrai frullate nel secchione”.
Lungi da me l'idea !!
Capita un’occasione e, presso il Commissariato di S.Basilio, trovo due Diana 75 (o meglio i loro pezzi) che qualcuno aveva riconsegnato per la rottamazione. Riesco a farmele dare e spedisco tutto, questa volta ad un vero “Mago della Diana Padovano”, che di tre riesce a metterne in piedi due funzionanti. La prima quella bellissima ed una seconda, risorta dai vari pezzi recuperati dal trio che avevo spedito.
Bene, porto al TAV la bellissima, che aveva dato inizio all’epopea, faccio due tiri ed una vite (importantissima perché sorregge tutto il meccanismo interno) cade sul tavolo di tiro.. Purtroppo è spanata !
Per rimetterla in sesto bisogna fare un gran lavoro così abbandono l’idea.
Per qualche mesetto (ma solo perché c’è stato di mezzo il lock-down del COVID) non ci penso più poi, per mia somma disgrazia, mi rammento che di Diana 75 ne avevo due. Certo, la seconda era meno bella ma in quanto a funzionare, anche lei era una scheggia.
Così, lo scorso Dicembre, la porto al campo e provo qualche tiro.
“Perfetta !!” mi dico, non mi resta che rimediare un’ottica da piazzarci sopra e la faccio entrare il linea...
Arriviamo a ieri, Bartolini mi consegna l’ottica, la scarto con trepidazione, attrezzo il tavolo di cucina (unico banco di lavoro disponibile nei miei 38 Mq di casa), sfodero la "Diana 2", la carico per far aprire la famosa finestra (quella del palmo sinistro per intenderci) in modo da piazzare l’ottica ad un’altezza che mi consenta di infilare il pallino in canna senza fare il contorsionista e la carabina ... si blocca!!
Dopo svariati tentativi di farla rifunzionare, tutti ovviamente senza alcun esito, tristemente ho riposto attrezzi, carabina ed ottica ritirandomi a piangere sommessamente, seduto sul mio “water”.
Dopo un’esperienza simile, dettata da una storia settennale di continue arrabbiature satratosferiche, ieri sera ho deciso di rottamarle tutte e due e di stendere un velo pietoso sulle mie “Dianiche disgrazie”.
Il colmo di tutti i colmi è che, stamattina di buon’ora, sapete cosa ho fatto ??
Ho richiamato il Mago Padovano, ho incartato nuovamente le due carabine e le ho preparate per spedirgliele.
Ero ancora parte di Lupi Airguns, così la portai al TAV di Isola Farnese, dove sparavamo, per provarla e decidere cosa farci.
Tirava fuori 6,5 joule scarsi anche se a 25 metri era un vero laser.
Durante le prove il primo inconveniente. Caricandola poggiai la mano sulla finestra di carica (quella che si apre per inserire il pallino nella canna) e non so come successe, mentre la leva era ancora aperta, inavvertitamente il grilletto urtò su qualcosa, la leva partì violentemente in avanti, la finestra di carica si chiuse di scatto portandosi via un pezzo di ciccia, delle dimensioni di una moneta da due euro, dal mio palmo sinistro.
Ci vollero tre mesi e tutte le attenzioni possibili prima che la ferita si rimarginasse del tutto. Questo, tuttavia, non mi distolse affatto dal dedicare tutte le attenzioni possibili al mio (catalogato come pericoloso) giocattolo.
Comprai delle nuove molle con l’intenzione di sostituirle soltanto per scoprire che la meccanica della 75 era molto più complessa ed imperscrutabile di quella di un’astronave aliena.
Decisi così di consegnarla ad un ...”esperto Toscano” il quale mi assicurò che l’avrebbe sistemata in meno di un paio di giorni.
Dopo circa UN ANNO Il famigerato “Toscano”, passa per Roma e mi riporta la vecchia signora, questa volta al TAV Nomentano (nel frattempo avevamo messo in piedi, già da qualche primavera, la sede romana di BRAC Italia)
Arriva, mi consegna la carabina nel fodero e scappa via in tutta fretta per impegni improcrastinabili. Io la tiro fuori dal fodero, pieno di aspettative, soltanto per scoprire che è completamente ....bloccata!!
Direte.. “errare è umano, perseverare è diabolico” ed ovviamente io scelsi la seconda opzione.
Tornai dal “Toscano”, gliela consegnai nuovamente e rimasi in attesa di riaverla indietro.
Il concetto di tempo resta sempre molto vago, almeno per certi individui, così trascorsi ulteriori ... “TRE ANNI E MEZZO”, riuscii a ritornare in possesso della mia amata berta. Ahimè, in tre buste separate e, tra i pezzi che la costituivano originariamente, ne mancavano diversi.
Ma desistere ...mai!! Così, ore ed ore su internet alla loro ricerca... In ultimo, tutti recuperati tranne uno, essenziale per farla rifunzionare ma ormai fuori catalogo e irreperibile.
Penserete...“deluso, avrai preso le tre buste e le avrai frullate nel secchione”.
Lungi da me l'idea !!
Capita un’occasione e, presso il Commissariato di S.Basilio, trovo due Diana 75 (o meglio i loro pezzi) che qualcuno aveva riconsegnato per la rottamazione. Riesco a farmele dare e spedisco tutto, questa volta ad un vero “Mago della Diana Padovano”, che di tre riesce a metterne in piedi due funzionanti. La prima quella bellissima ed una seconda, risorta dai vari pezzi recuperati dal trio che avevo spedito.
Bene, porto al TAV la bellissima, che aveva dato inizio all’epopea, faccio due tiri ed una vite (importantissima perché sorregge tutto il meccanismo interno) cade sul tavolo di tiro.. Purtroppo è spanata !
Per rimetterla in sesto bisogna fare un gran lavoro così abbandono l’idea.
Per qualche mesetto (ma solo perché c’è stato di mezzo il lock-down del COVID) non ci penso più poi, per mia somma disgrazia, mi rammento che di Diana 75 ne avevo due. Certo, la seconda era meno bella ma in quanto a funzionare, anche lei era una scheggia.
Così, lo scorso Dicembre, la porto al campo e provo qualche tiro.
“Perfetta !!” mi dico, non mi resta che rimediare un’ottica da piazzarci sopra e la faccio entrare il linea...
Arriviamo a ieri, Bartolini mi consegna l’ottica, la scarto con trepidazione, attrezzo il tavolo di cucina (unico banco di lavoro disponibile nei miei 38 Mq di casa), sfodero la "Diana 2", la carico per far aprire la famosa finestra (quella del palmo sinistro per intenderci) in modo da piazzare l’ottica ad un’altezza che mi consenta di infilare il pallino in canna senza fare il contorsionista e la carabina ... si blocca!!
Dopo svariati tentativi di farla rifunzionare, tutti ovviamente senza alcun esito, tristemente ho riposto attrezzi, carabina ed ottica ritirandomi a piangere sommessamente, seduto sul mio “water”.
Dopo un’esperienza simile, dettata da una storia settennale di continue arrabbiature satratosferiche, ieri sera ho deciso di rottamarle tutte e due e di stendere un velo pietoso sulle mie “Dianiche disgrazie”.
Il colmo di tutti i colmi è che, stamattina di buon’ora, sapete cosa ho fatto ??
Ho richiamato il Mago Padovano, ho incartato nuovamente le due carabine e le ho preparate per spedirgliele.