I calibri delle armi ad aria compressa

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Jeeper52
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I calibri delle armi ad aria compressa

Messaggio da Jeeper52 »

Riporto di seguito una disquisizione sull’oggetto di questo post ripresa (tale e quale) dalla rivista on-line

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sperando di non creare problemi di “violazione del copyright”.

Le armi ad aria compressa sono prodotte in diversi calibri che vanno dal 4,5 mm (.177") al 9 mm (.35").
Vediamo le principali  differenze tra i numerosi tipi e diametri di pallino disponibili sul mercato.
Si parte dal 4,5 mm fino ad arrivare al  9 mm. Tra il 4,5 e il 9 mm si collocano i calibri 5,5 mm, 6,35 mm e 7.62 mm.
Pallini varie marche.jpg
pallini JSB.jpg
(pallini JSB Exact, RS, Express, Heavy cal.4,52 mm, domed)

pallini H&N Grizzly 9mm - .35pollici.jpg
(pallini H&N Grizzly cal. 9 mm/ .35", punta cava)


Il 4,5 mm è il più diffuso ed è quello in cui si ha la maggiore scelta in fatto di pesi e forme; per un pallino (detto anche pellet) qualunque sia il suo disegno, il fattore peso rappresenta un elemento cruciale in quanto sulle carabine ad aria compressa, anche una minima variazione in questo senso, produce delle differenze sostanziali in termini di balistica esterna e terminale tra un piombino e l’altro.

Il peso di un pellet calibro 4,5 mm varia da 0,30 grammi (Gamo Platinum) fino a 0,87 (JSB Monster); nel calibro 5,5 partiamo da 0,58 grammi (Prometheus), fino a 1,96 (Piledriver); In 6,35 mm si parte da 1,18 grammi (BSA Pylarm) per arrivare ai 2 grammi (Beeman Kodiak), nel recente calibro 7,62 (.30”) abbiamo un pellet della JSB che pesa 2,89 grammi.

Per capire quale pallino possa essere maggiormente preciso, si deve procedere alla classica “prova di rosata” che consiste nel tirare 3 o 5 pallini per bersaglio, per poi osservare quale sia la rosata più stretta; ovviamente,  per meglio capire il comportamento del pellet in esame, la prova potrà essere svolta su diverse distanze. 

I diabolo sono generalmente disegnati con la forma di due coni contrapposti, uno, quello inferiore, è quasi sempre cavo (questa parte viene chiamata “gonna” ed è quella che accoglie la spinta dell’aria al momento dello sparo), la parte restante ha assunto negli anni, e per la maggior parte dei calibri, escludendo i maggiori, le forme più disparate. Questo tipo di pallino prende il nome dall'antico gioco del diabolo, che consisteva appunto in un pezzo di legno a forma di clessidra che veniva fatto saltare e roteare su uno spago teso tra due bacchette tenute tra le mani.

Oggi possiamo trovare diabolo a

testa piatta (wadcutter)
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arrotondata (domed)
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a punta (pointed)
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o cava (hollowpoint)
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e altre ancora; la cosa importante è che in realtà le forme che consentono un comportamento balistico buono, sono molto poche.
In genere risultati significativi si ottengono con pallini a testa piatta fino ad una distanza massima di 15 metri e, con pallini a testa tonda per distanze superiori. 

È bene tenere a mente che, se si vogliono effettuare tiri precisi, è necessario che la velocità d’uscita dei pallini non si avvicini al regime trans-sonico, cioè deve rimanere al di sotto dei 290 metri al secondo; oltre questo limite, qualsiasi sia la forma del diabolo si va incontro a fenomeni di destabilizzazione che inducono il piombino a colpire il bersaglio in maniera assolutamente casuale.
Ogni arma ha la sua “anima” rigata, cioè la sua canna, che risulta essere come un’impronta digitale, quindi non è detto che un pallino che va bene su una debba andar bene anche su un’altra, pur della stessa marca e modello.

Per facilitare la ricerca, le case produttrici di pallini più blasonate, indicano un numero di trafilatura, in genere con un’etichetta sul fondo delle scatole e possiamo avere pellet calibro 4,49; 4,50; 4,51; 4,52, ed anche 4,53. Tali indicazioni valgono anche per calibri maggiori.

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pallini-aria-compressa-trafilatura.jpg (10.15 KiB) Visto 650 volte

Cosa comporta questa ulteriore possibilità? Semplice, siamo nelle condizioni di poter esprimere al meglio la precisione della nostra arma; possiamo trovare quale sia la trafilatura che meglio calza la nostra canna che, di conseguenza, stringerà la rosata.
Se seguendo questo iter non si ottengono dei risultati accettabili, si deve porre l’attenzione su altre due variabili: in primis la pulizia della canna ed in secondo luogo la costanza velocitaria dell’arma.

Prima di iniziare le prove, la canna deve essere pulita ed in buone condizioni; se abbiamo soddisfatto questo requisito, ma continuiamo a non ottenere risultati significativi, diventa necessario dotarsi di un cronografo per la misurazione della velocità di uscita dei pallini. 

Teniamo presente che un arma, per essere precisa, deve rimanere all’interno di un certo delta velocitario; lo scarto medio, su dieci tiri, per un’arma AC in buone condizioni, non deve essere superiore ai 4 o 5 metri al secondo esclusi i risultati estremi (tiro più veloce e tiro più lento). Se anche questa ulteriore prova rivela dei problemi, è necessario pensare ad un intervento di manutenzione straordinaria. In queste condizioni è evidente che anche il pellet di qualità più alta non può rendere, da solo, l’arma precisa. Ma questa è un'altra storia!
Ciao, Pino...
BRAC_ER per passione, Roulottaro per vocazione!!!
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Le amicizie non si scelgono a caso, ma secondo le passioni che ci dominano!
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