Un po' di storia ed una breve descrizione del F.T.

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Un po' di storia ed una breve descrizione del F.T.

Messaggio da admin »

La disciplina di tiro nota come “Field Target si identifica praticamente in una battuta di caccia simulata. Le prede di questa caccia sono infatti delle sagome meccaniche che raffigurano di massima gli animali genericamente classificati come nocivi (ratti, scoiattoli, ecc.).

Importato dall’Inghilterra, dove è nato circa una ventina di anni fa, il Field Target si è rapidamente diffuso prima in Europa poi, varcando i confini e gli oceani, ha raggiunto gli Usa e successivamente tutti gli altri continenti, approdando in Italia circa una quindicina di anni fa. Inutile dire che sin dalla sua prima comparsa ha ottenuto grande consenso da parte dei tiratori Italiani di A.C.
Qui in Italia, ha contribuito ai suoi primi passi il Sodalizio “Field Target Italia”, fondato da una serie di appassionati che, attraverso uno spazio web dedicato, ha contribuito a divulgarne la pratica in tutto il territorio nazionale.
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Attorno al 2012, la WFTF (World Field Target Federation) ha riconosciuto F.T. Italia come rappresentante della nostra nazione, nel novero delle tante organizzazioni straniere che praticano con passione ed agonismo il Field Target, dando così modo ai tiratori italiani di partecipare, con notevole successo di risultati, a svariate manifestazioni europee ed internazionali.
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Nel 2016 La disciplina è transitata sotto la gestione della FIDASC (Federazione Italiana Discipline Armi Sportive da Caccia), Ente riconosciuto dal CONI acquisendo ancor maggiore spessore nell’universo sportivo Nazionale.
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Come in tutte le discipline sportive, sia le regole che le attrezzature per praticare il Field Target hanno subìto una notevole evoluzione.
Con il miglioramento della tecnologia, il Field Target, originariamente praticato dai tiratori con carabine di tipo “springer break barrel “ed ottiche da pochi ingrandimenti che venivano impiegate per magnificare bersagli , perlopiù cartacei, ha cominciato ad evolversi rapidamente.
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Le carabine Springer sono divenute, prima “side lever”, per caricare non si piega più la canna che diviene fissa, si agisce su una leva posta lateralmente o sotto la meccanica della carabina.
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successivamente, sono state affiancate da carabine pneumatiche precaricate, quali le PCA (Pre Charged Air) e le PCP (Pre Charged Pneumatic). Non più molla e pistone ma aria da comprimere in sostituzione della molla per le PCA
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ed un serbatorio di aria compressa ricaricabile per le PCP
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Successivamente le carabine PCP tipo "caccia" hanno cominciato a cedere il passo alle più performanti PCP utilizzate per per il tiro olimpico (C10)
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Le ottiche sono passate dai pochi ingrandimenti iniziali a limiti fino agli 80X, mentre la loro funzione di parallasse regolabile ha cominciato ad essere sfruttata per determinare con estrema precisione la distanza tra il tiratore ed il bersaglio, aumentando, così, notevolmente il livello dei risultati ottenuti.
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La pratica e l'esperienza portano i tiratori ad eseguire sulle proprie carabine una serie di molteplici modifiche per meglio adattare l'arma sia alla disciplina che alla propria postura di tiro. Difficilmente, durante le competizioni si vedono carabine uguali, Ogni tiratore personalizza al meglio la propria arma in base alle specifiche esigenze che ritiene più utili per migliorare le proprie prestazioni.
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In ultimo, la standardizzazione dei bersagli, nel frattempo divenuti di metallo, ha contribuito all’organizzazione sempre maggiore di competizioni internazionali.
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Ambiente naturale, aria aperta, dinamicità sono gli elementi che contraddistinguono questa disciplina di tiro di precisione dalle molte altre che, ancorchè interessanti e complesse, vengono esercitate staticamente all’interno di poligoni di tiro.
Ma come si tira di Field Target, chi lo può fare e cosa serve per farlo?
Donne, uomini di qualsiasi età, ragazzi, insomma tutti possono avvicinarsi a questo sport ed ottenere buone soddisfazioni. Per iniziare non servono investimenti astronomici, una discreta carabina di tipo “springer”, un’ottica di fascia media ed un minimo di dedizione sono più che sufficienti.
Poi, come per tutte le passioni, con il crescere dell’interesse e del coinvolgimento cresce parimenti la tipologia e la qualità dell’attrezzatura, ma questa.....
.... è un’altra storia!!
In Italia questa disciplina che risponde a regole internazionali standard, viene praticata con carabine ad aria compressa di calibro 4,5 mm dotate di un’ottica. Possono presentare due differenti potenze di erogazione 16,3 Joule (armi per la detenzione delle quali è necessario disporre di porto d’armi) oppure 7,5 Joule (considerate armi a bassa capacità offensiva, pertanto detenibili liberamente). Le carabine impiegate gareggiano in quattro differenti categorie in base alla loro tipologia e potenza d’esercizio.

Springer Free: <7.5J (molla/pistone).

PCP Free: <7.5J ( PCA/PCP)

Springer Full: < 16.3J (molla/pistone).

PCP Full: < 16.3J (PCA/PCP)


Il campo di gara è normalmente rappresentato da una radura o ancor meglio da un bosco. Viene predisposto un percorso di “caccia” lungo il quale vengono allestite un certo numero di “piazzole di tiro” (porte).
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La piazzola affaccia su un corridoio delimitato
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sul quale, a distanze differenti, vengono piazzate delle sagome che costituiscono i bersagli. Solitamente ogni piazzola vede collocate nel proprio corridoio tre sagome che i tiratori dovranno abbattere.
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Le sagome sono di metallo e come già indicato, rappresentano piccoli animali nocivi. Sono meccanicamente articolate in modo da risultare abbattibili se si centra la loro “kill zone”. Questa è rappresentata da un foro, che può essere di differenti diametri (15/25/40mm.), posto al centro della sagoma stessa, dietro il quale è presente un meccanismo di sgancio, colorato di tinte sgargianti, visibile al tiratore attraverso il foro stesso.
Il pallino attraversa il foro e, colpendo il meccanismo di sgancio, provoca l’abbattimento della sagoma che può essere successivamente riarmata dallo stesso tiratore attraverso una cordicella.
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Le distanze a cui sono state sistemate le sagome non sono note, pertanto, il tiratore dovrà prima determinarle, successivamente procedere alla messa a punto della propria attrezzatura per la distanza rilevata ed infine tirare.
Proprio per questo motivo, allo scopo di consentire a tutti i partecipanti di verificare se le attrezzature siano messe a punto e pronte per competere, prima dell'inizio di ogni gara, gli stessi possono effettuare un certo numero di tiri su bersagli predisposti a distanze note così da poter correggere eventuali assetti non perfettamente predisposti sulle proprie armi.
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Durante la gara, i concorrenti hanno a disposizione un tempo limitato per ingaggiare, traguardare e colpire ogni sagoma, di norma tre minuti così distribuiti, un minuto per determinarne la distanza, un minuto per correggere l’assetto della propria attrezzatura, un minuto per mirare ed abbatterla.
Altra peculiarità di questa disciplina è rappresentata dalle posizioni di tiro che deve assumere il tiratore. Per alcune piazzole del percorso, appositamente contrassegnate, tali posizioni sono obbligate (In ginocchio o in piedi).
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mentre per le restanti piazzole il tiratore può scegliere quale posizione assumere nel tiro (di norma, seduto in un particolare assetto propriamente caratteristico per la disciplina F.T.)
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Durante la gara, i concorrenti si muovono lungo il percorso di “caccia” in gruppi di tre tiratori, il rispetto delle regole e dell'etica di comportamento del gruppo viene assicurato dalla vigilanza di ogni concorrente sugli altri due. In successione i tre concorrenti, ingaggiano a turno, le proprie sagome. Quando uno dei tre componenti del gruppo è impegnato nel tiro, gli altri due controllano il numero di tiri che effettua (uno per sagoma), il tempo che ha a disposizione per tirare ed annotano i risultati che questo totalizza.
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Il conteggio è estremamente semplice, un punto per ogni sagoma abbattuta.
Quando i tre concorrenti hanno terminato i propri tiri a disposizione, si spostano lungo il percorso, sulla piazzola successiva lasciando libera quella appena utilizzata ad un'altra terna di concorrenti.

Leggendo quanto sopra esposto si può far avanti l’idea che tirare di Field Target sia abbastanza semplice. Mai si è più lontani dalla realtà, se ci sfiora questo pensiero.
Come tutte le discipline di tiro di precisione, infatti, anche il Field Target si presenta complesso ma è proprio questa complessità, unitamente all’ambiente in cui si svolge ed alla dinamicità che ci regala la sua pratica che ne fa uno degli sport più intriganti e di soddisfazione tra quelli che annovera il tiro con armi ad aria compressa.
Provare per credere...
E se vi viene voglia di farlo, qui a Roma a vostra disposizione c'è il nostro campo, uno dei più belli e difficili dell'intero Stivale....


https://www.youtube.com/watch?v=N1Tn_R4JY5o
La tecnica fa in modo che le mani siano pronte, che il respiro sia calmo e che gli occhi sappiano mirare il bersaglio con precisione; l'istinto fa sì che il momento del tiro sia perfetto.

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